Professor Kenneth Stein, Center for Israel Education,
Dicembre 2020

Gli eventi e le citazioni qui citati dimostrano l’importanza politica e religiosa, nonché l’attrazione di Gerusalemme per il cristianesimo, l’islam e l’ebraismo, e quando nel tempo ognuno dei tre monoteismi ha controllato parti della città. Altre voci qui riportate fanno notare quando, e/o perché, califfi, chiese, conferenze, emiri, imperi, generali, re, risoluzioni, sultani, trattati e altre entità proclamarono privilegi, controllo e affermate opinioni su come la città dovesse essere governata, o quali correnti all’interno di una stessa fede potessero imporre il controllo fisico sulla città, su parti di essa o su un particolare sito considerato santo. Il professore Bernard Frischer, dell’Università dell’Indiana, stima che dal 2000 a.C. la città fu distrutta due volte, assediata 23 volte, attaccata altre 52 volte, riconquistata 44 volte, fu teatro di 20 rivolte, di molti tumulti e sopportò almeno sei periodi di attacchi terroristici violenti solo durante il secolo scorso, mentre è passata pacificamente da un’autorità ad un’altra solo due volte.

Le tre religioni monoteiste possiedono legami profondi e/o luoghi santi e uno spazio proprio considerato sacro nella Città Vecchia di Gerusalemme, sia dentro le mura che in luoghi immediatamente adiacenti. Questi includono luoghi santi cristiani come la Basilica del Santo Sepolcro che racchiude la tomba di Cristo, le chiese di Sant’Anna, di San Giacomo e di San Marco, la Tomba della Vergine, il Giardino del Getsemani e la Basilica della Natività a Betlemme. I luoghi santi all’ebraismo includono il Muro Occidentale del Secondo Tempio (Muro del Pianto), il Monte del Tempio su cui sorgevano il Primo e il Secondo Tempio, le tombe ebraiche nella Valle del Cedron e il cimitero ebraico sul Monte degli Ulivi. I luoghi sacri ai musulmani includono le moschee sull’Haram as-Sharif (Il Recinto Sacro), ovvero Al-Aqsa (la Remota) e Cupola della Roccia, la Tomba del profeta David (Nebi Da’ud) e il muro occidentale dell’Haram, detto Buraq.

Gli ebrei in particolare contano una storia di 3000 anni nella città di Gerusalemme, considerata loro centro politico, economico, religioso e culturale, nonché punto di riferimento. Nei tempi antichi, la città ospitava il Primo e il Secondo Tempio, dove gli ebrei da tutta la Terra d’Israele e dalla crescente Diaspora compivano regolari pellegrinaggi. Secondo la tradizione ebraica il Monte Moriah, dove fu edificato il Primo Tempio, corrispondeva al luogo del mancato sacrificio di Isacco da parte di Abramo. Gli ebrei credono che la “shechinah”, ovvero la presenza di Di-o, non abbia mai abbandonato quel luogo. Dopo la distruzione del secondo Tempio nel I secolo d.C., emerse un’intera tradizione liturgica di preghiera per il ritorno a Gerusalemme, che ancora oggi è parte centrale del culto ebraico. Anche la direzione della preghiera ebraica fuori dalla città santa è sempre rimasta rivolta verso Gerusalemme. Durante il Mandato britannico (1922-1948), la città divenne sede della leadership sionista e della maggior parte delle istituzioni politiche, culturali e religiose sioniste, tra cui l’Agenzia ebraica e l’Università ebraica. Dopo la fine delle ostilità nel 1948 e nel 1949, il governo israeliano ha dichiarato Gerusalemme sua capitale. Dal gennaio 1950, il Parlamento del Paese, la Corte Suprema e gli Uffici del Primo Ministro sono stati tutti trasferiti a Gerusalemme. Immediatamente dopo la guerra del giugno 1967, Israele ha annesso 70 chilometri di territorio attorno alla città, dichiarando la grande Gerusalemme capitale unificata di Israele. Nel luglio 1980, il parlamento israeliano ha riaffermato, con la sua sesta Legge fondamentale, la sua prerogativa sovrana di dichiarare nuovamente Gerusalemme capitale eterna del popolo ebraico, promettendo di garantire i diritti di tutte le religioni presenti dentro città. Infine, in diverse occasioni negli ultimi cinquant’anni, le Nazioni Unite, o organizzazioni affiliate all’ONU, hanno affermato che tutta Gerusalemme, o almeno una sua parte, è territorio destinato ad essere oggetto di futuri negoziati; hanno stabilito con pregiudizio che la città non avrebbe alcun legame con un passato ebraico; ed hanno ostacolato quello che Israele ha fatto nell’ultimo mezzo secolo, sostenendo il suo diritto sovrano di controllare l’autorità e la giurisdizione sulla città come sua capitale unita. Questa era la posizione politica dell’amministrazione Obama quando ha lasciato l’incarico nel gennaio 2017. Sotto l’amministrazione Trump, il governo degli Stati Uniti alla fine del 2017 ha riconosciuto Gerusalemme come la capitale di Israele, provocando una temporanea alzata di scudi da parte dei politici palestinesi e degli editorialisti arabi, anche se in definitiva la decisione di Washington ha creato non più di una breve protesta nel mondo arabo e musulmano.

Ken Stein, dicembre 2020


1004 A.E.V.: Il re Davide fonda Gerusalemme come capitale del Regno di Israele

970 A.E.V.:  Il re Salomone costruisce a Gerusalemme il Primo Tempio, centro religioso e spirituale del popolo ebraico

922 A.E.V.: Il Regno ebraico si divide tra Nord (Israele) e Sud (Giudea): Gerusalemme diventa la capitale della Giudea

586 A.E.V.: Il re Nabuccodonosor di Babilonia conquista Gerusalemme e distrugge il Primo Tempio

538 A.E.V.: Gli ebrei ricostruiscono di nuovo il Tempio a Gerusalemme, il Secondo Tempio 

370 A.E.V.: I persiani conquistano Gerusalemme

332 A.E.V.: Alessandro Magno conquista Gerusalemme

163 A.E.V.: Gerusalemme ripristinata all’autonomia ebraica sotto il regno asmoneo, con la sconfitta da parte dei Maccabei degli ebrei ellenizzanti

63 A.E.V.: Inizia il dominio romano su Gerusalemme

10 E.V.: Il nono giorno del mese del calendario ebraico di Av (Tisha B’Av) è osservato come un giorno di lutto per la distruzione del Primo Tempio di Gerusalemme. Praticato ancora oggi, gli ebrei di tutto il mondo digiunano mentre piangono la perdita del Primo e del Secondo Tempio a Gerusalemme, così come di altre tragedie nella storia ebraica

28-30 E.V.: Predicazione di Gesù a Gerusalemme

30 E.V.: Crocifissione di Gesù a Gerusalemme, seguita dalla missione dei suoi primi seguaci, noti come “i dodici apostoli”, che si trasferiscono dalla Galilea alla città santa

70 E.V.: I romani distruggono la città e il Secondo Tempio dopo un lungo assedio

132-135 E.V.: Ribellione di Simon Bar Kokhba contro l’Impero Romano, Gerusalemme è governata dai ribelli

313 E.V.: Viene fondata la confraternita del Santo Sepolcro a Gerusalemme

325-335 E.V.: Chiesa del Santo Sepolcro costruita a Gerusalemme

Primi 600: Maometto fonda l’Islam, e chiede di orientarsi verso Gerusalemme durante la preghiera

614-638: Gerusalemme cade in mano ai persiani

636-637: Il califfo musulmano Omar conquista Gerusalemme; gli ebrei ancora una volta hanno permesso di vivere a Gerusalemme

638: La Chiesa apostolica armena inizia a nominare il proprio vescovo a Gerusalemme, allora ancora sotto il controllo islamico

679-690:  A Gerusalemme, lungo il muro meridionale della città, viene costruita la moschea Al Aqsa – La Remota 

687-691:  A Gerusalemme, sul Monte del Tempio, vicino alla moschea Al Aqsa, viene costruita la Moschea della Cupola della Roccia 

797: Una prima ambasciata viene inviata dal re Carlo Magno al califfo musulmano Harun al-Rashid, il quale si dice abbia offerto la custodia dei luoghi santi (cristiani) di Gerusalemme a Carlo Magno, inclusa la Chiesa del Santo Sepolcro

1009: Il califfo musulmano ordina la completa distruzione della chiesa del Santo Sepolcro

1042-48: L’imperatore bizantino Costantino IX Monomaco promuove la ricostruzione della Chiesa del Santo Sepolcro in collaborazione con il califfato musulmano

1054: I cristiani in Terra d’Israele sono posti sotto la giurisdizione del Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme

1095: Papa Urbano II chiama i fedeli alla prima crociata

1099-1187: Periodo delle crociate, che vede la prima conquista di Gerusalemme da parte degli europei

Maggio 1141: Il poeta giudeo-spagnolo Yehuda Halevi auspica il ritorno degli ebrei della diaspora a Gerusalemme

1187: Saladino, un musulmano curdo, conquista Gerusalemme dai crociati

1244: Gerusalemme viene distrutta dai corasmi, una dinastia guerriera di musulmani persiani di origine turca

1250: I mamelucchi governano su Gerusalemme

1264: Il rabbino spagnolo Nachmanide, noto anche come Ramban, rivitalizza la presenza ebraica a Gerusalemme, incoraggiando altri ebrei a ristabilirvisi

1392: Il re inglese Enrico IV si reca in pellegrinaggio a Gerusalemme

1516-1517: L’Impero Ottomano sostituisce il controllo mamelucco su gran parte del Levante (Medio Oriente) e su Gerusalemme

1535-1538: Il sultano ottomano Solimano il Magnifico ricostruisce le mura della città di Gerusalemme

1563: Lo “Shulchan Aruch”, considerato una codificazione della legge ebraica viene completato a Safed, in Galilea. Tra le molte altre norme in esso contenute, si richiede che le porte e le finestre delle sinagoghe ebraiche si aprano verso Gerusalemme in modo che i fedeli possano pregare verso la città santa.  Come provato da diversi scavi archeologici, gli ebrei che vivevano fuori Gerusalemme, hanno mantenuto fin dall’esilio babilonese (597/586A.E.V. – 538A.E.V.), Gerusalemme come direzione di preghiera

1604: Un accordo raggiunto tra l’Impero Ottomano e il re Enrico IV di Francia consente ai sudditi francesi di visitare liberamente i luoghi santi cristiani a Gerusalemme

1774: Caterina la Grande e il Sultano ottomano firmano un accordo che conferisce alla Russia il diritto di presiedere a tutti i luoghi santi cristiani nell’Impero Ottomano, compresi quelli siti in Gerusalemme

1799: Durante l’assedio di S. Giovanni d’Acri, Napoleone tenta senza successo di raggiungere e conquistare Gerusalemme

1831: Muhammad Ali d’Egitto conquista Gerusalemme

1840: I turchi ottomani riconquistano Gerusalemme

1847: L’italiano Giuseppe Valerga viene nominato primo Patriarca latino di Gerusalemme dai tempi delle crociate

1853: Il tentativo del Sultano ottomano di fissare i diritti e le responsabilità delle diverse fedi religiose rispetto a specifici luoghi santi a Gerusalemme porta le potenze europee a combattere nella Guerra di Crimea.

1860: Il filantropo ebreo inglese Moses Montefiore fonda aree residenziali ebraiche fuori dalla città vecchia, chiamate Mishkenot Sha’ananim, in seguito note come Yemin Moshè, ed altri quartieri ebraici vengono costruiti fuori dalla città vecchia: Machanè Israel nel1868, Nachalat Siva’a nel 1869, Beit David nel 1872, Mea She ‘arim nel 1873

1866: La popolazione di Gerusalemme raggiunge i 16.000 abitanti, dei quali 8.000 sono ebrei

Giugno 1867: Lo scrittore americano Mark Twain visita Gerusalemme come parte di un grande viaggio in Terra Santa. Il suo diario di viaggio è ancora citato in molte opere su Israele e il sionismo.

Giugno 1878: Sei potenze europee, gli stati balcanici e i leader dell’Impero Ottomano si incontrano e firmano il Trattato di Berlino che mira ad appianare le questioni dei confini e delle giurisdizioni territoriali della regione; il Trattato proclama che “nessuna modifica può essere apportata allo status quo dei luoghi santi”.

1878: Il poeta galiziano Naphtali Herz scrive la poesia “Tikvatenu” (la nostra speranza), la quale diventerà l’inno sionista, la cui frase centrale è: “L’occhio guarda a Sion, la nostra speranza non è ancora persa, la speranza di duemila anni, di essere un popolo libero nella nostra Terra, la Terra di Sion e Gerusalemme”.

1887-88: L’area ottomana della Palestina che negli anni Venti del ‘900 sarà affidata al mandato britannico, include i distretti di S. Giovanni d’Acri, Nablus e Gerusalemme; è una regione autonoma ma governata direttamente da Istanbul

1888: Per iniziativa dello zar Alessandro III, la Chiesa ortodossa russa completa la costruzione dell’iconica Chiesa di Maria Maddalena a Gerusalemme

1899: Viene costruita la Cattedrale di San Giorgio, sede del vescovo anglicano a Gerusalemme

29 Dicembre, 1901: Allo scopo finanziare l’acquisto di terreni per gli ebrei in Palestina, viene istituito il Keren Kayemet Le Israel (Fondo permanente per Israele). Yona Krementzky, suo primo presidente, inaugura nel 1907 la prima sede dell’organizzazione a Gerusalemme.

1906: A Gerusalemme viene fondata l’Accademia d’Arte Bezalel 

9 Dicembre, 1917: Gli inglesi ricevono il controllo di Gerusalemme dai turchi ottomani; all’epoca la città non è considerata una capitale.

Maggio 1918: Viene fondata a Giaffa l’Associazione musulmano-cristiana, che si ripropone di reincontrarsi a Gerusalemme.

14 luglio, 1918: Viene posata la prima pietra dell’Università Ebraica di Gerusalemme, che verrà inaugurata nell’aprile 1925.

1918-1920: Gerusalemme e tutta la Palestina passano sotto il governo dell’amministrazione militare britannica 

Gennaio 1919: Il primo Congresso arabo della Palestina, con 27 delegati arabi provenienti da tutta la Palestina, si riunisce a Gerusalemme e suggerisce che la Palestina diventi parte della Siria

1920-1948: Gerusalemme è governata dall’amministrazione civile britannica come parte del controllo britannico sull’intera area della Palestina.  Gli Alti Commissari britannici governeranno la Palestina dalla Government House di Gerusalemme.

1920: Nasce il Va’ad Leumi (Consiglio nazionale) creato a Gerusalemme come organo di governo della comunità ebraica presente nella Palestina britannica

 

Marzo 1920: La commissione per Gerusalemme, guidata da Vladimir “Ze’ev” Jabotinsky e Pinchas Rutenberg, recluta e forma volontari per l’autodifesa. Il gruppo è incaricato di difendere gli ebrei della città durante le rivolte di Nebi Musa sviluppatesi il mese successivo. A giugno, viene formalmente istituita la “Haganah”, una organizzazione di difesa nazionale ebraica clandestina

4-7 aprile 1920: Durante una festa musulmana, musulmani ed ebrei si scontrano nella città vecchia di Gerusalemme

12 dicembre 1920:  Viene fondata a Haifa la Histadrut (il sindacato dei lavoratori ebrei). Nel 1924 la sede viene spostata a Gerusalemme.

1922: La popolazione di Gerusalemme conta 62.500 abitanti, di cui 34.000 sono ebrei

1922: L’Alto Commissario britannico Herbert Samuel nomina un giovane membro di un’importante famiglia di Gerusalemme, Hajj Amin al-Husayni, Gran Muftì di Gerusalemme e capo del Consiglio Supremo Musulmano che sovrintende a tutti gli affari musulmani in Palestina.

1928: Una Commissione per il Muro del Pianto, composta da funzionari svedesi, olandesi e svizzeri, respinge la visione araba secondo cui gli ebrei non hanno diritto di accesso o di culto al Muro e danno agli ebrei libero accesso al Muro del Pianto per la preghiera, pur non potendo portare al Muro oggetti di culto come un’arca contenente i rotoli della Torah. Il Muro del Pianto è posto sotto l’autorità del Gran Rabbinato istituito dall’amministrazione britannica.

Agosto 1929:  A Gerusalemme scoppiano scontri tra ebrei e musulmani per i diritti sui luoghi santi degli ebrei, che si estendono a Hebron e ad altre città, e portano all’uccisione di centinaia di persone.

12 agosto 1929: Si tiene a Zurigo la prima riunione dell’Agenzia Ebraica. Concepita come un corpo rappresentativo dell’ebraismo mondiale, l’Agenzia Ebraica viene creata soprattutto per cooperare con gli inglesi su questioni legate all’istituzione di un focolare nazionale ebraico in Palestina. Dal 1930 l’Agenzia si trasferisce nella sua attuale sede in King George Street a Gerusalemme.

1933: Dopo l’ascesa al potere dei nazisti in Germania, gli archivi sionisti centrali vengono spostati da Berlino all’edificio dell’Agenzia ebraica a Gerusalemme.

Luglio 1937: Una Commissione Reale Britannica propone per la prima volta, con il Peel Report, l’idea di suddividere la Palestina in due stati separati, ebraico ed arabo, con un corridoio speciale che includa Gerusalemme e Betlemme. Il rapporto propone che “venga istituito un nuovo mandato per mantenere la santità di Gerusalemme e Betlemme e garantirne un accesso libero e sicuro da tutto il mondo”. La salvaguardia dei luoghi santi è considerata una “sacra garanzia di civiltà”.

1946: Il rabbino capo Yitzhak Herzog fa acquistare un appezzamento di terra a Gerusalemme con l’intenzione di farvi costruire la sede del Rabbinato centrale

22 luglio 1946: Un’ esplosione distrugge un’ala dell’hotel King David, quartier generale degli inglesi: oltre 90 funzionari e militari britannici muoiono per mano di una organizzazione armata ebraica clandestina

29 novembre 1947: Una risoluzione delle Nazioni Unite chiede una ripartizione della Palestina in uno stato arabo ed uno ebraico, con un’unione economica comune e l’internazionalizzazione di un corridoio tra Gerusalemme e Betlemme, amministrato dall’ONU.

1947-1949: Guerra di Indipendenza. Esplode la violenza nel Paese, inclusa Gerusalemme, dove obbedendo agli ordini, i soldati arabi saccheggiano e fanno esplodere le sinagoghe e le scuole ebraiche. 27 sinagoghe e 30 scuole vengono distrutte 

1948: La popolazione di Gerusalemme conta 165.000 abitanti, dei quali 100.000 sono ebrei

9 aprile, 1948: Dir Yassin, un villaggio arabo fuori Gerusalemme viene attaccato da combattenti ebrei, i quali uccidono più di 150 abitanti arabi, scatenando un’ondata di shock nella società araba palestinese, che porta un numero massiccio di palestinesi ad abbandonare le proprie case

13 aprile, 1948: I combattenti arabi attaccano un convoglio medico dell’ospedale Hadassah uccidendo 79 persone sotto gli occhi degli inglesi

Maggio- Giugno 1948: A causa dei continui agguati sulle strade per Gerusalemme da parte dei combattenti arabi, le forze di difesa israeliane aprono una via alternativa e segreta per portare veicoli e rifornimenti alla città assediata. La nuova strada “Burma” collega (con una distanza di circa 40 km) il Kibbutz Hulda nel centro di Israele a Gerusalemme 

13 maggio, 1948: La comunità ebraica di Kfar Etzion nei pressi di Gerusalemme viene attaccata e devastate dalla Legione Araba giordana, che uccide 130 ebrei

1 giugno, 1948: L’esercito israeliano costruisce un’altra strada alternativa per Gerusalemme che viene bloccata dai combattenti arabi

1949: Seguiti della guerra di indipendenza – Gerusalemme resta divisa da recinzioni e barriere fino a dopo la guerra del giugno 1967; Israele controlla la metà occidentale della città su circa 38 chilometri quadrati, la Giordania controlla la metà orientale della città che include la relativamente piccola Città Vecchia di Gerusalemme con i più importanti luoghi sacri religiosi al suo interno. Israele non ottiene accesso ai luoghi santi ebraici dentro la città vecchia.

1949-1967: Dopo la conclusione della guerra del 1947-49, viene costruito un passaggio tra la Gerusalemme controllata dalla Giordania e quella controllata da Israele. Il passaggio si chiama “Porta di Mandelbaum” e rimane attivo fino a quando Israele non conquista Gerusalemme Est e la Cisgiordania durante la guerra del giugno 1967. Oltre ai regolari convogli diplomatici e di rifornimento, è concesso ai cristiani arabo-israeliani di utilizzare il passaggio durante il periodo natalizio per recarsi a visitare i luoghi santi cristiani, sotto il controllo giordano

Dicembre 1949: Il governo israeliano approva lo spostamento della maggioranza delle istituzioni governative israeliane da Tel Aviv a Gerusalemme.

1950: Fondato originariamente come The Palestine Post nel 1932, il popolare quotidiano inglese cambia nome in The Jerusalem Post

23 gennaio, 1950: Il parlamento israeliano dichiara Gerusalemme capitale di Israele. Israele trasferisce le sue principali istituzioni governative a Gerusalemme: Parlamento (Knesset), Corte Suprema, uffici governativi e Ufficio del Primo Ministro

24 aprile, 1950: La Giordania annette ufficialmente la Cisgiordania e la parte di Gerusalemme conquistata nella guerra del 1947-1949. Durante i diciannove anni di governo della Giordania su Gerusalemme Est, il cimitero ebraico sul Monte degli Ulivi viene profanato e migliaia di lapidi frantumate o rimosse. Il quartiere ebraico della città vecchia viene vandalizzato dall’esercito giordano.

20 luglio, 1951: Il re di Giordania Abdullah I viene assassinato a Gerusalemme durante la preghiera del venerdì alla moschea di al-Aqsa, poco prima di ulteriori colloqui con gli israeliani in direzione di un accordo tra i due Paesi

Agosto 1951: Il 23 ° Congresso Sionista si riunisce a Gerusalemme. E’ la prima riunione dell’organizzazione in Israele dalla sua fondazione nel 1897.

Luglio 1953: Israele sposta il Ministero degli Esteri a Gerusalemme

1953: I giordani approvano una legge che proibisce alle istituzioni religiose e di beneficienza cristiane di acquistare proprietà per scopi religiosi; successivamente la legge viene modificata.

1958: Heychal Shlomo, il quartier generale del Rabbinato in Israele, viene costruito a Gerusalemme sul terreno acquistato dal rabbino capo Yitzhak Herzog

14 ottobre, 1958: A Gerusalemme viene posta la prima pietra dell’attuale edificio della Knesset (parlamento) a Gerusalemme. Prima della costruzione dell’edificio (1950-1966), la Knesset si riunisce nella Frumin House di Gerusalemme 

4 Gennaio, 1964: Prima visita di un papa, Papa Paolo VI, a Gerusalemme (e prima volta in assoluto un che un papa viaggia in aereo)

28 maggio, 1964: Il Consiglio Nazionale Palestinese si riunisce a Gerusalemme e conclude i lavori dichiarando che il suo obiettivo è la liberazione della Palestina attraverso la lotta armata

11 maggio, 1966: Viene istituito a Gerusalemme il Museo (nazionale) d’Israele 

1967: La popolazione di Gerusalemme conta 263.300 abitanti, di cui 195.700 sono ebrei

15 maggio, 1967: La canzone “Gerusalemme d’oro” composta e cantata da Nomi Shemer, diventa un canto iconico per gli israeliani 

7 giugno, 1967: Durante la Guerra dei Sei Giorni tra Israele e i vicini stati arabi, Israele prende il controllo della Penisola del Sinai, della Cisgiordania, della Striscia di Gaza e delle alture del Golan, ed anche di tutta Gerusalemme. Dopo la guerra, il Vaticano abbandona la sua richiesta di internazionalizzazione di Gerusalemme. Moshe Dayan, Ministro della Difesa israeliano subito dopo la guerra, pur rivendicando la sovranità israeliana sul Monte del Tempio, sceglie di consentirne il controllo de facto ai funzionari musulmani “in timore del collasso dell’ordine pubblico”. Restano diverse controversie tra gli ebrei sul diritto di accesso e sul diritto di pregare in quell’area.

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Una foto aerea del Muro Occidentale (Muro del Pianto) di Gerusalemme del 9 giugno 1967. Foto: GPO Israel.

19 giugno, 1967: “Deve esserci un adeguato riconoscimento dell’interesse speciale delle tre grandi religioni nei Luoghi Santi di Gerusalemme”, osservazione del presidente Lyndon Johnson,

https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1964-68v19/d344

28 giugno, 1967: Il parlamento israeliano estende ufficialmente i confini di Israele e la sua sovranità su tutta Gerusalemme, annettendo 70 chilometri quadrati e modificando (nelle misure dell’area) la sua legge del 1950 che proclamava Gerusalemme capitale di Israele.

28 luglio, 1967:  Dipartimento di Stato degli Stati Uniti: “La frettolosa azione amministrativa intrapresa [da Israele] oggi non può essere considerata determinante per il futuro dei Luoghi Santi o lo status di Gerusalemme in relazione ad essi”. https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1964-68v19/d344

1967: Nasce il movimento dei Fedeli del Tempio con sede a Gerusalemme composto da ebrei ortodossi che vogliono (ri) costruire il Terzo Tempio. I loro sforzi creano una forte frizione con i musulmani di Gerusalemme.

17 ottobre, 1967:  “Chiunque apprezzi pienamente la posizione di Israele sa quanto sarà difficile – forse impossibile – costringere Israele a tornare alle linee del 4 giugno, specialmente a Gerusalemme”. Memorandum di Harold H. Saunders, membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, all’assistente speciale del presidente, Eugene Rostow, nel definire la posizione degli Stati Uniti su “integrità territoriale” e confini in Medio Oriente dopo la guerra del giugno 1967

21 agosto 1969: Un cristiano evangelico appicca il fuoco alla moschea di al-Aqsa, nella convinzione che la sua distruzione avrebbe avvicinato la seconda venuta di Gesù

1970: I copti egiziani e i copti etiopi continuano la disputa lunga più di un secolo sulla proprietà e l’accesso a Deir as-Sultan, una cappella attigua al Santo Sepolcro. La notte di Pasqua di quest’anno, gli etiopi cambiano tutte le serrature del monastero

4 dicembre, 1973: “Liberazione della città araba di Gerusalemme e rifiuto di qualsiasi situazione che possa essere dannosa per la completa sovranità araba sulla Città Santa”. Risoluzioni segrete della Conferenza del Vertice della Lega Araba.

22 dicembre, 1973: Per il Ministro degli Esteri egiziano Ismail Fahmi, “un accordo di pace deve includere questi elementi, tra gli altri: ritiri, frontiere riconosciute, accordi di sicurezza, garanzie, una soluzione per i legittimi interessi dei palestinesi e un riconoscimento che Gerusalemme contiene luoghi sacri alle tre grandi religioni ” (dichiarazione di apertura alla conferenza di pace di Ginevra sul Medio Oriente)

22 dicembre, 1973:  Per il Ministro degli Esteri Giordano Zayad al-Rifai, “La Gerusalemme araba è una parte inseparabile del territorio occupato dagli arabi; pertanto, Israele deve rinunciare alla sua autorità su di esso. La sovranità araba deve essere ripristinata nel settore arabo della città. I Luoghi Santi di tutte e tre le religioni divine devono essere preservati, protetti e rispettati e deve esservi assicurato e mantenuto il libero accesso per i fedeli di queste tre religioni”. (dichiarazione di apertura alla Conferenza di pace in Medio Oriente di Ginevra sul Medio Oriente)

16 giugno, 1974: Richard Nixon è il primo Presidente degli Stati Uniti che visita Israele e Gerusalemme

19 luglio, 1977:  Il Primo Ministro israeliano Menachem Begin al Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter durante il loro primo incontro: “In Israele c’è un consenso nazionale quasi totale sul fatto che la città [Gerusalemme] rimarrà per sempre la capitale indivisa ed eterna del popolo ebraico. Eppure non stiamo chiedendo agli arabi di accettare questa posizione in anticipo, come nostra condizione per andare a Ginevra [alla Conferenza di pace sul Medio Oriente]”

20 novembre, 1977:  Il Presidente egiziano Anwar Sadat durante la sua prima visita in Israele parla così al Parlamento israeliano: “In sintesi, quando chiediamo che cos’è la pace per Israele, la risposta sarebbe che Israele vive entro i suoi confini, tra i suoi vicini arabi, in sicurezza, con tutte le garanzie che accetta e che le vengono offerte. Ma come si può ottenere questo risultato? Come possiamo arrivare a questa conclusione che ci porterebbe a una pace permanente basata sulla giustizia? Ci sono fatti che dovrebbero essere affrontati con chiarezza e coraggio. Ci sono territori arabi che Israele ha occupato e che occupa ancora con la forza. Insistiamo sul completo ritiro da questi territori, compresa la Gerusalemme araba “. https://israeled.org/resources/documents/egyptian-president-anwar-sadat-to-the-israeli-knesset/

1978-79: Sadat chiede che gli Stati Uniti facciano pressione su Israele affinché affermi esplicitamente che Gerusalemme sia parte delle aree negoziate in discussione durante il processo di pace egiziano-israeliano; Begin non ne vuole sapere. Gerusalemme non viene inserita come punto all’ordine del giorno neppure nei negoziati futuri.

17 settembre, 1978: [Lettera del Presidente Carter al Presidente Sadat]: “Caro Signor Presidente: ho ricevuto la sua lettera del 17 settembre 1978, che espone la posizione egiziana su Gerusalemme. Trasmetto una copia di quella lettera al Primo Ministro Menachem Begin per informarlo. La posizione degli Stati Uniti su Gerusalemme rimane la stessa dichiarata dall’ambasciatore Goldberg all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 14 luglio 1967, e successivamente dall’ambasciatore Yost al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 1 luglio 1969. Cordiali saluti, Jimmy Carter”.  [Il Primo Ministro Begin rivolto al Presidente Carter]: “Gentile Signor Presidente Jimmy Carter, grazie per la lettera del 17 settembre 1978. Ho l’onore di informarla, Signor Presidente, che il 28 giugno 1967 il Parlamento israeliano (la Knesset) ha promulgato e adottato una legge secondo la quale ‘Il governo è autorizzato da un decreto ad applicare la legge, la giurisdizione e l’amministrazione dello Stato a qualsiasi parte di Eretz Israel (Terra di Israele – Palestina), come stabilito in quel decreto’. Sulla base di questa legge, il governo di Israele ha decretato nel luglio 1967 che Gerusalemme è una città indivisibile, la vera Capitale dello Stato di Israele. Cordiali saluti, Menachem Begin”.

10-13 di marzo, 1979: Il presidente Jimmy Carter si reca in Israele per cercare di concludere i negoziati per un trattato egiziano-israeliano e incontra i leader politici israeliani a Gerusalemme prima di tornare al Cairo.

22 marzo, 1979: “Si richiama ancora una volta Israele, in quanto potenza occupante, a rispettare scrupolosamente la Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, ad annullare le sue precedenti misure e a desistere dall’intraprendere qualsiasi azione che comporterebbe un cambiamento dello status giuridico e della natura geografica e composizione dei territori arabi occupati dal 1967, compresa Gerusalemme, e, in particolare, a non trasferire parti della propria popolazione civile nei territori arabi occupati.” Risoluzione 446 UNSC- Gli Stati Uniti si astengono, una settimana prima della firma del Trattato di pace egiziano-israeliano.

31 marzo, 1979: “[L’Egitto] è dunque uscito dai ranghi arabi e ha scelto, in adesione con gli Stati Uniti, di stare al fianco del nemico sionista in una trincea; si è comportato unilateralmente negli affari di lotta arabo-sionisti; ha violato i diritti della nazione araba; ha esposto il destino della nazione, la sua lotta e i suoi obiettivi a pericoli e sfide; ha rinunciato al suo dovere pan-arabo di liberare i territori arabi occupati, in particolare Gerusalemme, e di ripristinare i diritti nazionali inalienabili del popolo arabo palestinese, compreso il diritto al rimpatrio, all’autodeterminazione e alla creazione dello Stato palestinese indipendente sul suolo nazionale “. Risoluzione del Consiglio della Lega araba a Beirut sulle deviazioni dell’Egitto dai ranghi arabi

30 luglio, 1980: Il parlamento israeliano approva la sua quinta Legge Fondamentale, che è su Gerusalemme. Essa afferma: “Gerusalemme, completa e unita, è la Capitale di Israele; è la sede del Presidente dello Stato, della Knesset, del Governo e della Corte Suprema. I luoghi santi saranno protetti dalla profanazione e da ogni altra violazione e da tutto ciò che possa violare la libertà di accesso dei membri delle diverse religioni ai luoghi loro sacri o i loro sentimenti verso quei luoghi.” Legge fondamentale di Israele: Gerusalemme, Capitale di Israele https://israeled.org/israels-basic-laws/

20 agosto, 1980:  In risposta alla Legge fondamentale di Israele su Gerusalemme, l’ONU nella Risoluzione 478 del Consiglio di Sicurezza “condanna la Legge fondamentale di Israele e censura le azioni israeliane, definisce Israele una potenza occupante di Gerusalemme – il voto 14-0 con l’astensione degli Stati Uniti – e afferma che “Quei Stati che hanno mandato le loro missioni diplomatiche a Gerusalemme devono ritirare tali missioni dalla Città Santa” e ” determina che tutte le misure e le azioni legislative e amministrative prese da Israele, la potenza occupante, che hanno alterato o pretendono di alterare il carattere e lo status della Città Santa di Gerusalemme, e in particolare la recente “legge fondamentale” su Gerusalemme, sono nulle e devono essere immediatamente revocate”. Risoluzione 478 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che è l’ultima delle cinque risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU approvate durante l’amministrazione Carter dove gli Stati Uniti si sono astenuti, piuttosto che opporsi al testo delle risoluzioni che chiedevano a Israele di interrompere la costruzione di tutti gli insediamenti nei “territori occupati arabi dal 1967, inclusa Gerusalemme.” https://israeled.org/resources/documents/un-security-council-resolution-478/ 

1980: Cristiani evangelici aprono l’Ambasciata Cristiana Internazionale a Gerusalemme a sostegno della legge di Gerusalemme varata dal governo israeliano

6 agosto, 1981: Proposta del re saudita Fahd, “ritiro israeliano da tutti i territori arabi occupati nel 1967, inclusa la Gerusalemme araba … Fondazione di uno stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale …” (Principi # 2 e # 6) Piano Fahd per una soluzione del conflitto arabo-israeliano 

1 settembre, 1982: “Quando verrà negoziato il confine tra Giordania e Israele, la nostra opinione sulla misura in cui si dovrebbe chiedere a Israele di rinunciare al territorio sarà fortemente influenzata dalla portata della vera pace, dalla normalizzazione, e dagli accordi di sicurezza offerti in cambio. Infine, restiamo convinti che Gerusalemme debba rimanere indivisa, ma il suo status finale dovrebbe essere deciso attraverso negoziati “. Dichiarazione di Reagan sulla Cisgiordania e i palestinesi https://israeled.org/reagan-statement-west-bank-palestinians

11 febbraio, 1985: “Il governo del Regno Hascemita di Giordania e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina hanno concordato di muoversi insieme verso il raggiungimento di una soluzione pacifica e giusta della crisi del Medio Oriente e la fine dell’occupazione israeliana dei territori arabi occupati, inclusa Gerusalemme. “Accordo dell’OLP con la Giordania (Yasser Arafat, OLP e Re Hussein, Giordania)

5 gennaio, 1988: “Gerusalemme sarà riconosciuta a livello internazionale come la capitale di Israele in base a qualsiasi futuro accordo di pace. Ma Gerusalemme è anche il centro delle aspirazioni palestinesi. Pertanto, una Gerusalemme pacifica dovrebbe rimanere una città unificata, con la libertà di culto e di accesso garantita, e si dovrebbero trovare accordi politici che riflettano la natura della popolazione della città.” Verso la pace arabo-israeliana: rapporto di un gruppo di studio, Brookings Institute

31 luglio, 1988: “Di recente, è diventato chiaro che esiste un orientamento generale palestinese e arabo che crede nella necessità di evidenziare appieno l’identità palestinese, in tutti gli sforzi e le attività che sono legati alla questione palestinese e ai suoi sviluppi. È anche diventato ovvio che esiste una convinzione generale che il mantenimento del rapporto legale e amministrativo con la Cisgiordania, e il conseguente trattamento speciale giordano dei fratelli palestinesi che vivono sotto occupazione attraverso le istituzioni giordane nei territori occupati, vada contro questo orientamento. Sarebbe un ostacolo alla lotta palestinese che cerca di ottenere il sostegno internazionale per la questione palestinese, considerando che si tratta di una questione nazionale giusta di un popolo che lotta contro l’occupazione straniera “. [Il re di Giordania Hussein interrompe i legami legali e amministrativi del suo Paese con la Cisgiordania, ad eccezione del sostegno amministrativo e finanziario giordano ai luoghi sacri musulmani e cristiani a Gerusalemme] Discorso del re giordano Hussein sulla separazione della Giordania dalla Cisgiordania

18 agosto, 1988: “I Paesi arabi che circondano Israele sono invitati ad aprire i loro confini per i mujahidin (combattenti) dei paesi arabi e islamici in modo che possano assumere il loro ruolo e unire i loro sforzi con i loro fratelli musulmani della Palestina. Per quanto riguarda gli altri Paesi arabi e islamici, viene chiesto loro di facilitare il movimento dei mujahidin da esso e verso di esso – questo è il minimo che potrebbero fare. Noi non dovremmo perdere questa occasione per ricordare a ogni musulmano che quando gli ebrei occupavano l’immacolata

Gerusalemme nel 1967, stavano sulle scale del beato Masjid al-Aqsa cantando ad alta voce:

Muhammad è morto e ha lasciato indietro di sé solo ragazze.” Carta di Hamas, Movimento di resistenza islamica della Palestina

15 novembre, 1988: “… il Consiglio Nazionale Palestinese dichiara in nome di Dio e in nome del popolo arabo palestinese l’istituzione [qiyam] dello Stato di Palestina sul nostro suolo palestinese e sulla sua capitale santa Gerusalemme … il CNP dichiara in nome di Dio e in nome del popolo arabo palestinese, l’emergere dello Stato di Palestina sul nostro suolo palestinese e sulla sua capitale, la santa Gerusalemme. Lo Stato di Palestina appartiene ai palestinesi ovunque si trovino” Discorso del Presidente dell’OLP Yasser Arafat al Consiglio Nazionale Palestinese  che dichiara la nascita dello Stato

15 ottobre, 1989: “O masse del nostro grande popolo, masse della nostra eroica nazione araba: la continuazione della benedetta intifada e la sua fermezza sul suolo della patria; la gestione della battaglia politica in conformità con la giusta politica adottata dalla leadership dell’OLP sulla base delle risoluzioni del CNP ad Algeri; e l’iniziativa di pace palestinese prodotta da questa politica e lanciata dal fratello Presidente Yasser Arafat nel suo discorso davanti alle Nazioni Unite a Ginevra hanno aperto la strada ai risultati raggiunti. Hanno anche portato alla crescita delle vittorie nazionali verso la realizzazione degli obiettivi del nostro popolo, il ritorno, l’autodeterminazione e l’istituzione del nostro stato indipendente, con la santa Gerusalemme come sua capitale, sul nostro suolo sacro.” Dichiarazione del Comitato Centrale dell’OLP

3 marzo, 1990: “La mia posizione è che la politica estera degli Stati Uniti dice che non crediamo che dovrebbero esserci nuovi insediamenti in Cisgiordania o a Gerusalemme Est. E condurrò quella politica come se fosse ferma, qual è, e sarò plasmato in qualunque decisione prenderemo per vedere se le persone possono conformarsi a quella politica. E questo è il nostro punto di vista fermamente convinto, e pensiamo che sia costruttivo per la pace – anche per il processo di pace – se Israele seguirà questo punto di vista. E così, tra l’altro, ci sono divisioni in Israele su questa questione. Le parti sono divise su questo. Ma questa è la posizione degli Stati Uniti e non  ho intenzione di cambiare tale posizione” Dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti Bush sugli insediamenti ebraici in Cisgiordania e Gerusalemme Est

25 gennaio, 1991: “Niente che i palestinesi facciano nella selezione dei membri di questa delegazione in questa fase influenzerà le loro richieste circa Gerusalemme Est o costituirà un precedente o un pregiudizio sui risultati dei negoziati…. La posizione degli Stati Uniti è che Gerusalemme non dovrebbe mai più essere una città divisa. Il suo stato finale dovrebbe essere determinato durante i negoziati “. Memorandum d’Intesa degli Stati Uniti con i palestinesi.

12 marzo, 1991: “A Israele non dovrebbe essere permesso di continuare a bloccare e tenere in smacco le risoluzioni delle Nazioni Unite sui palestinesi, in particolare per quanto riguarda l’annessione di Gerusalemme est, la creazione di insediamenti e l’espropriazione di terre e risorse. È fondamentale che venga applicata la quarta Convenzione di Ginevra “. Il manifesto in undici punti per i risultati dei negoziati e l’applicazione delle pertinenti risoluzioni palestinesi delle Nazioni Unite, presentato dai palestinesi

16 settembre, 1991: “Gli Stati Uniti riaffermano la loro posizione secondo cui Israele ha diritto a confini sicuri e difendibili (consapevoli che le linee di armistizio del 5 giugno 1967 non sono né sicure né difendibili). I confini devono essere discussi direttamente con gli Stati confinanti… Gli Stati Uniti si oppongono all’idea di uno Stato palestinese tra Israele e Giordania…. Gerusalemme non sarà mai più divisa. Gli Stati Uniti prendono atto della posizione israeliana secondo cui Gerusalemme unita è l’eterna capitale di Israele ” Memorandum  d’Intesa degli Stati Uniti con Israele sul processo di pace, https://israeled.org/resources/documents/u-s-memorandum-agreement-israel-peace-process/

18 ottobre, 1991: “Gli Stati Uniti si rendono conto di quanta importanza attribuiscono i palestinesi alla questione di Gerusalemme est. Pertanto, vogliamo assicurarvi che nulla di ciò che i palestinesi fanno nella scelta dei membri della loro delegazione in questa fase del processo influirà sulla loro rivendicazione a Gerusalemme Est, o sarà pregiudizievole o precedente all’esito dei negoziati. Resta ferma la posizione degli Stati Uniti che Gerusalemme non deve mai più essere una città divisa e che il suo status finale dovrebbe essere deciso dai negoziati. Pertanto, non riconosciamo l’annessione di Gerusalemme est da parte di Israele o l’estensione dei suoi confini municipali, e incoraggiamo tutte le parti a evitare atti unilaterali che esacerberebbero le tensioni locali, o renderebbero i negoziati più difficili o anticipare il loro esito finale. È anche la posizione degli Stati Uniti che un palestinese residente in Giordania con legami con un’importante famiglia di Gerusalemme sia idoneo a unirsi alla parte giordana della delegazione”. Assicurazioni degli Stati Uniti alla delegazione palestinese prima della Conferenza di Madrid

1992: Dopo 44 anni in cui la Corte Suprema israeliana è stata ospitata in un edificio temporaneo in affitto a Gerusalemme, la sua sede permanente viene completata nel quartiere di Givat Ram. Si trova tra la Knesset e il Ministero degli Affari Esteri.

13 settembre, 1993: “Resta inteso che questi negoziati copriranno le questioni rimanenti, tra cui: Gerusalemme, rifugiati, insediamenti, accordi di sicurezza, confini, relazioni e cooperazione con altri vicini e altre questioni di interesse comune … I palestinesi di Gerusalemme che vivono lì avranno il diritto di partecipare al processo elettorale, secondo un accordo tra le due parti …. La giurisdizione del Consiglio coprirà la Cisgiordania e il territorio della Striscia di Gaza, ad eccezione delle questioni che saranno negoziate nei negoziati sullo status permanente: Gerusalemme, insediamenti, sedi militari e Israeliani. ” Accordi di Oslo [Dichiarazione di principio sugli accordi di autogoverno ad interim] https://israeled.org/resources/documents/oslo-accords-declaration-principles-interim-self-government-agreements/ 

Dicembre 1993:  Israele e il Vaticano firmano un accordo che porta al riconoscimento reciproco e allo scambio di ambasciatori. L’accordo rileva che “lo Stato di Israele afferma il suo continuo impegno a mantenere e rispettare lo status quo nei luoghi santi cristiani …” Il Vaticano riconosce l’OLP nell’ottobre 1994.

10 maggio, 1994: “… Fratelli miei, bisogna capire che dopo la guerra del Golfo la principale cospirazione era quella di eliminare completamente il problema palestinese dall’agenda internazionale. … La nostra comunità in Kuwait, che era una delle più grandi e ricche, è stata cacciata dal Kuwait. Non solo, ma in seguito ci è stata presentata l’iniziativa Bush sulla Conferenza di Madrid. E non è stato facile accettare di andare alla Conferenza di Madrid, a causa delle sue condizioni molto difficili … Il jihad continuerà. Gerusalemme non è solo del popolo palestinese, ma dell’intera nazione islamica. Sei responsabile per la Palestina e per Gerusalemme…. Dopo questo accordo devi capire che la nostra battaglia principale non è ottenere il massimo da loro qua e là. La battaglia principale è su Gerusalemme, il terzo luogo più sacro dei musulmani. Tutti devono capirlo. Pertanto, ho insistito prima di firmare (sull’accordo di Gaza e Gerico al Cairo) per ottenere una lettera dagli israeliani che diceva che Gerusalemme è uno degli argomenti in discussione nei negoziati. Non stiamo parlando (di una discussione) dello status permanente di Israele. No. Stiamo parlando dello status permanente della Palestina. È molto importante che tutti lo capiscano “. Discorso di Yasser Arafat sul “Jihad” per Gerusalemme

26 ottobre, 1994: “… In accordo con la Dichiarazione di Washington, Israele rispetta l’attuale ruolo speciale del Regno Hascemita di Giordania nei Santuari Sacri Musulmani a Gerusalemme. Quando si svolgeranno i negoziati sullo status permanente, Israele darà la massima priorità al ruolo storico della Giordania in questi santuari “. Trattato di pace israelo-giordano, https://israeled.org/resources/documents/israeli-jordanian-treaty-excerpts/

Novembre 1994: Dodici diverse chiese cristiane firmano un memorandum: “Il significato di Gerusalemme per i cristiani”, chiedendo il mantenimento dello status quo a Gerusalemme.

Gennaio 1995: Il Comitato di Gerusalemme della Conferenza Islamica si oppone al ruolo della Giordania nel mantenere i luoghi santi musulmani a Gerusalemme, sostenendo il trasferimento del potere sui luoghi santi all’Autorità palestinese, continuando così la astiosa lotta per l’influenza su Gerusalemme tra la Giordania e i palestinesi, iniziata ben prima che Israele fosse fondato.

18 settembre, 1995: “Continuiamo ancora a portare sulle nostre spalle molti altri compiti, come passare il prima possibile ai negoziati sullo status permanente. I negoziati sullo status permanente tratteranno questioni come gli insediamenti, la delimitazione dei confini, i diritti dei rifugiati palestinesi determinati dalla legittimità internazionale e la questione fondamentale riguardante lo status di Gerusalemme, che il nostro popolo indipendentemente dalla sua fede –  musulmani, cristiani o ebrei – considera il cuore e l’anima della sua entità e il centro della sua vita culturale, spirituale ed economica. Qui, devo notare che la santità di Gerusalemme per tutti noi impone che ne facciamo la pietra angolare comune e la capitale della pace tra i popoli palestinese e israeliano in quanto è un faro per i credenti di tutto il mondo “. Accordo di Taba. Discorsi dei leader arabi e israeliani alla cerimonia della firma di Washington – Osservazioni di Yasser Arafat

Ottobre 1995: La legge sul trasferimento dell’ambasciata a Gerusalemme viene approvata dal Congresso  americano con una schiacciante maggioranza di 93-5 al Senato e 374-37 alla Camera, chiedendo all’ambasciata di trasferirsi a Gerusalemme a meno che il Presidente non applichi una deroga per motivi di sicurezza nazionale.

10 luglio, 1996: “Dal 1967, sotto la sovranità israeliana, Gerusalemme unita è diventata, per la prima volta in duemila anni, la città della pace. Per la prima volta, i luoghi santi sono stati aperti ai fedeli di tutte le tre le grandi fedi. Per la prima volta nessun gruppo in città o tra i suoi pellegrini è stato perseguitato o gli è stata negata libertà di espressione. Per la prima volta, un’unica autorità sovrana ha garantito sicurezza e protezione a membri di ogni nazionalità desiderosi di venirvi a pregare. Ci sono stati sforzi per ridividere questa città da parte di coloro che affermano che la pace può venire attraverso la divisione, che può essere assicurata attraverso più sovranità, più leggi e più forze di polizia. Questo è un presupposto infondato e pericoloso, che mi spinge a dichiarare oggi: non ci sarà mai una tale ri-divisione di Gerusalemme. Mai.” Discorso del Primo Ministro Netanyahu a una sessione congiunta del Congresso degli Stati Uniti

Marzo 21, 2000: Nella seconda visita nella storia di un papa a Gerusalemme, Papa Giovanni Paolo II visita luoghi santi ebraici, cristiani e musulmani; incontra politici israeliani e capi rabbini; e benedice lo Stato d’Israele. Durante la sua visita al Museo dell’Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme, il Papa afferma: “Come Vescovo di Roma e successore dell’apostolo Pietro, assicuro al popolo ebraico che la Chiesa cattolica, motivata dalla legge evangelica della verità e dell’amore, e da nessuna considerazione politica, è profondamente rattristato dall’odio, dagli atti di persecuzione e dalle manifestazioni di antisemitismo diretti contro gli ebrei dai cristiani in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.”

11-25 luglio, 2000: Nell’ambito del “Vertice di Camp David II”, la delegazione israeliana propone di dividere Gerusalemme in aree ebraiche ed arabe. Secondo la proposta, Israele manterrebbe il controllo sui blocchi di insediamenti di Kedar, Ma’aleh Adumim, Givat Ze’ev e Gilo. L’Autorità Palestinese prenderebbe quindi il controllo dei quartieri arabi di Shuafat, Kafr Aqab, Issawiya, Wadi Joz, A-Tur, Abu Tor, Beit Safafa e Sur Baher. La Città Vecchia verrebbe divisa tra l’Autorità Palestinese e Israele.  Ma Arafat rifiuta l’accordo, bloccando i negoziati.

28 settembre, 2000:  Il leader del partito Likud Ariel Sharon visita l’area della moschea di al-Aqsa sotto le proteste palestinesi, scatenando la violenza palestinese continuata per cinque anni e nota come la seconda intifadah. Ricerche successive mostrano che il leader dell’OLP Yasser Arafat ha istigato la violenza contro Israele in concomitanza con la visita di Sharon alla spianata.

Novembre 2002: Viene completata a Gerusalemme la costruzione del nuovo edificio del Ministero degli Affari Esteri israeliano (MAE) che copre 21.000 mq. Il MAE si era trasferito a Gerusalemme già nel 1953.

23 dicembre, 2000: “Il principio generale è che le aree arabe [di Gerusalemme] sono palestinesi e quelle ebraiche sono israeliane. Ciò si applicherebbe anche alla Città Vecchia. Esorto le due parti a lavorare sulle mappe per creare la massima contiguità per entrambe le parti. Per quanto riguarda l’Haram\Tempio, credo che i divari siano dovuti non tanto all’amministrazione pratica dell’area ma a questioni simboliche di sovranità e alla ricerca di un modo per accordarsi nel rispetto delle credenze religiose di entrambe le parti “. Parametri di Clinton per negoziare la pace, https://israeled.org/clinton-parameters-negotiating-peace/

19 marzo, 2001: “Vi porto i saluti da Gerusalemme, l’eterna capitale del popolo ebraico negli ultimi 3.000 anni, e dello Stato di Israele negli ultimi 52 anni e per l’eternità. Gerusalemme appartiene a tutto il popolo ebraico – noi in Israele siamo solo i custodi della città. Solo sotto la sovranità di Israele Gerusalemme è stata aperta a tutte le fedi. Gerusalemme e il Monte del Tempio, il luogo più sacro per il popolo ebraico, è qualcosa del quale occorrerebbe parlare stando in piedi. Gerusalemme rimarrà unita sotto la sovranità di Israele – per sempre “. Il discorso del primo ministro Ariel Sharon alla Conferenza politica dell’AIPAC 

28 marzo, 2002: “… Dopo aver ascoltato la dichiarazione di Sua Altezza Reale il Principe Abdullah Bin Abdullaziz, il principe ereditario del Regno dell’Arabia Saudita, in cui Sua Altezza ha presentato la sua iniziativa, chiedendo il completo ritiro israeliano da tutti i territori arabi occupati dal giugno 1967, in l’attuazione delle risoluzioni 242 e 338 del Consiglio di Sicurezza, riaffermate dalla Conferenza di Madrid del 1991 e dal principio della terra per la pace, e l’accettazione da parte di Israele di uno stato palestinese indipendente, con Gerusalemme est come capitale, in cambio dell’instaurazione di normali relazioni nel contesto di una pace globale con Israele…” Risoluzione del vertice della Lega araba del 2002 a Beirut, nota come “Iniziativa araba di pace”,https://israeled.org/resources/documents/2002-arab-peace-initiative/

30 aprile, 2003: “Le parti raggiungono un accordo definitivo e globale sullo status permanente che pone fine al conflitto israelo-palestinese nel 2005, attraverso un accordo negoziato tra le parti sulla base dell’UNSCR 242, 338 e 1397, che pone fine all’occupazione iniziata nel 1967, e include un accordo, soluzione giusta, equa e realistica alla questione dei rifugiati e una risoluzione negoziata sullo status di Gerusalemme che tenga conto delle preoccupazioni politiche e religiose di entrambe le parti e protegga gli interessi religiosi di ebrei, cristiani e musulmani in tutto il mondo e soddisfi la visione di due stati, Israele e Palestina, sovrani, indipendenti, democratici e vitali, che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza “. Una  roadmap (tabella di marcia) per una soluzione permanente a due Stati al conflitto israelo-palestinese, presentata dal Quartetto (Unione Europea, Nazioni Unite, Russia e Stati Uniti) https://israeled.org/resources/documents/roadmap-permanent-two-state-solution-israeli-palestinian-conflict/

8 febbraio, 2006: “La pensiamo differentemente su numerose questioni. E questo può includere gli insediamenti, il rilascio di prigionieri, la chiusura del muro (di sicurezza) e la presenza delle istituzioni a Gerusalemme. Non saremo in grado di risolvere tutti questi problemi oggi, ma le nostre posizioni nei confronti di questi problemi sono chiare e ferme “. Il presidente dell’Autorità Palestinese Abbas al vertice di  Sharm el-Sheikh, in Egitto, come parte della dichiarazione congiunta con il premier israeliano Sharon

4 giugno, 2008: “Lasciatemi essere chiaro. La sicurezza di Israele è sacrosanta. Non è negoziabile. I palestinesi hanno bisogno di uno stato che sia contiguo e coeso, e che permetta loro di prosperare, ma qualsiasi accordo con il popolo palestinese deve preservare l’identità di Israele come stato ebraico, con confini sicuri, riconosciuti e difendibili. Gerusalemme rimarrà la capitale di Israele e dovrà rimanere indivisa “. Discorso del senatore Barack Obama alla conferenza politica dell’AIPAC

11 maggio, 2009: In una visita papale salutata dal Ministero degli Affari Esteri israeliano come “una tappa importante nello sviluppo delle relazioni tra il Vaticano e Israele, che rafforza il dialogo tra cristianesimo, ebraismo ed islam, come parte dello sforzo per raggiungere la pace nella regione”, Papa Benedetto XVI incontra i leader israeliani e palestinesi, visitando anche i luoghi santi di ebrei, cristiani e musulmani, compresi quelli di Gerusalemme.

14 luglio, 2009: “Per quanto riguarda le rimanenti questioni importanti che saranno discusse come parte della soluzione finale, le mie posizioni sono note: Israele ha bisogno di confini difendibili, e Gerusalemme deve rimanere la capitale unificata di Israele con continua libertà religiosa per tutte le fedi”. Discorso del Primo Ministro israeliano Netanyahu all’ Università di Bar-Ilan,https://israeled.org/resources/documents/prime-minister-benjamin-netanyahu-bar-ilan-university/

19 marzo, 2010: “Ricordando che l’annessione di Gerusalemme Est non è riconosciuta dalla comunità internazionale, il Quartetto sottolinea che lo status di Gerusalemme è una questione di status permanente che deve essere risolta attraverso negoziati tra le parti e condanna la decisione del governo di Israele di anticipare la pianificazione per nuove unità abitative a Gerusalemme Est … Il Quartetto riconosce che Gerusalemme è una questione importante per israeliani e palestinesi, e per ebrei, musulmani e cristiani, e crede che attraverso la buona fede nei negoziati, le parti possano concordare reciprocamente un risultato che realizzi le aspirazioni di entrambe le parti per Gerusalemme e salvaguardi questo status per le persone di tutto il mondo” Osservazioni dei rappresentanti del Quartetto, del Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, del Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, del Segretario di Stato americano Hillary Clinton e dell’Alto Rappresentante della UE Catherine Ashton al termine della riunione tenutasi a Mosca

22 marzo, 2010: “E gli Stati Uniti riconoscono che Gerusalemme è una questione profondamente importante per israeliani e palestinesi, per ebrei, musulmani e cristiani. Crediamo che attraverso negoziati in buona fede le parti possano concordare reciprocamente un risultato che realizzi le aspirazioni di entrambe le parti per Gerusalemme e salvaguardi il suo status per le persone di tutto il mondo”. Segretario di Stato Hillary Clinton, Conferenza politica dell’AIPAC.

24 maggio, 2014: In occasione del 50 ° anniversario della prima visita papale a Gerusalemme, Papa Francesco si reca nella città santa e in altri luoghi, dove incontra i leader israeliani, giordani e palestinesi. Durante il suo viaggio, il Papa rivolge numerosi appelli per la pace nella regione.

17 dicembre, 2014 “…Ribadisce il suo forte sostegno alla soluzione dei due Stati sulla base dei confini del 1967, con Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati, con lo Stato sicuro di Israele e uno Stato palestinese indipendente, democratico, contiguo e vitale che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza sulla base del diritto all’autodeterminazione e nel pieno rispetto del diritto internazionale…”Il Parlamento europeo chiede il riconoscimento della statualità palestinese nel contesto di due Stati che vivono fianco a fianco, https://israeled.org/resources/documents/european-parliament-calls-for-recognition-of-palestinian-statehood-in-context-with-two-states-living-side-by-side/

2015: La popolazione di Gerusalemme conta 857.800 abitanti, dei quali 524.700 sono ebrei

21 marzo, 2016: “Ma quando gli Stati Uniti stanno con Israele, le possibilità di pace aumentano davvero e aumentano in modo esponenziale. Questo è ciò che accadrà quando Donald Trump sarà presidente degli Stati Uniti. Sposteremo l’ambasciata americana nell’eterna capitale del popolo ebraico, Gerusalemme. E invieremo un chiaro segnale che non c’è una minima distanza tra l’America e il nostro alleato più affidabile, lo Stato di Israele” Donald Trump alla Conferenza sulla politica dell’AIPAC, 21 marzo 2016.

23 dicembre, 2016:  La Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite “riafferma che la creazione da parte di Israele di insediamenti nel territorio palestinese occupato dal 1967, compresa Gerusalemme est, non ha validità legale e costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale e un grave ostacolo al raggiungimento della soluzione dei due Stati e di una pace giusta, duratura e globale; ribadisce la sua richiesta che Israele cessi immediatamente e completamente tutte le attività di insediamento nel territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme est, e che rispetti pienamente tutti i suoi obblighi legali al riguardo; sottolinea che non riconoscerà alcuna modifica alle linee del 4 giugno 1967, anche per quanto riguarda Gerusalemme, oltre a quelle concordate dalle parti attraverso i negoziati…” Risoluzione 2334 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite [La risoluzione è stata approvata con 14-0 voti a favore dei membri delle Nazioni Unite],https://israeled.org/resources/documents/text-egyptian-drafted-unsc-resolution-2334-israei-settlements/

26 marzo, 2017: “E sappiate questo, dopo decenni passati semplicemente a parlarne, il Presidente degli Stati Uniti sta prendendo seriamente in considerazione il trasferimento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme”. Vice-Presidente USA Mike Pence, Conferenza politica dell’AIPAC.

6 dicembre, 2017: “… Ho stabilito che è tempo di riconoscere ufficialmente Gerusalemme come capitale di Israele. Sebbene i presidenti precedenti abbiano fatto di questa una grande promessa per la campagna elettorale, non sono riusciti a mantenerla. Oggi invece la metto in pratica. Ho giudicato questa linea di condotta nel migliore interesse degli Stati Uniti d’America e nel perseguimento della pace tra Israele e palestinesi. Questo è un passo atteso da tempo per far avanzare il processo di pace. E per lavorare per un accordo duraturo. Israele è una nazione sovrana con il diritto, come ogni altra nazione sovrana, di determinare la propria capitale. Riconoscere questo è un fatto e una condizione necessaria per raggiungere la pace…. Gerusalemme è oggi, e deve rimanere, un luogo dove gli ebrei pregano al Muro Occidentale (Muro del Pianto), dove i cristiani percorrono la Via Dolorosa e dove i musulmani pregano nella moschea di Al-Aqsa…Questa decisione non intende in alcun modo riflettere un allontanamento dal nostro forte impegno per facilitare un accordo di pace duraturo. Vogliamo un accordo che sia molto buono per gli israeliani e molto buono per i palestinesi. Non stiamo prendendo posizione su eventuali questioni relative allo status finale, inclusi i confini specifici della sovranità israeliana a Gerusalemme, o la risoluzione dei confini contestati. Queste domande dipendono dalle parti coinvolte” Il discorso del presidente Trump che riconosce Gerusalemme come capitale di Israele, https://israeled.org/resources/documents/president-trumps-speech-recognizing-jerusalem-capital-israel/

21 dicembre, 2017: “Afferma che tutte le decisioni e le azioni che pretendono di aver alterato, il carattere, lo stato o la composizione demografica della Città Santa di Gerusalemme non hanno alcun effetto legale, sono nulle e non valide e devono essere revocate in conformità con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, e a tal proposito, invita tutti gli Stati ad astenersi dall’istituzione di missioni diplomatiche nella Città Santa di Gerusalemme, ai sensi della risoluzione 478 (1980) del Consiglio di Sicurezza…”Assemblea Generale delle Nazioni Unite Status of Jerusalem Resolution GA / 11995 (128 in favore, 9 contrari e 35 astensioni), https://www.timesofisrael.com/full-text-of-un-resolution-rejecting-jerusalem-recognition/